Let everything happen to you:
Beauty and terror
Just keep going.
No feeling is final.
La verità era che se quelle parole fosse stata Heather a dirle, le avrebbero fatto più male. Invece, la fortuna volle che fu Ruth P. a farle notare che spesso, da fuori, sembrava incapace di perdonare. E siccome francamente le importava poco o niente della sua compagna di tirocinio, finì paradossalmente per accogliere quelle parole con minor ostilità, anzi, ci rifletté molto.
Era arrivata alla conclusione che forse non sapeva perdonare le persone, o forse era qualcosa di diverso: nonno Harry le aveva spiegato molte volte perché era il Bambino che è sopravvissuto. Le aveva spiegato che era stato l'amore di sua madre, Lily, a lasciare un segno indelebile su di lui; nella pelle. Qualcosa che lo aveva protetto, una traccia magica talmente potente che neanche Lord Voldemort era stato in grado di spezzarla. In un certo senso, Maud lo capiva. A lei succedeva con le emozioni: lasciavano segni indelebili, profondi, dentro di lei. Non è che non riusciva a perdonare, è che non riusciva proprio a dimenticare. Orari, impegni, scadenze, erano tutte cose del mondo reale confuse che non riuscivano a rimanerle in testa. Ma le emozioni che provava, soprattutto quelle violente, che le arrivavano dritte in pieno volto senza che fosse pronta a respingerle, quelle le rimanevo dentro, sotto pelle.
Era il motivo per cui ricordava il nome ed il volto di Marge M., che ad otto anni aveva regalato una cioccorana a tutte le bambine del parco tranne a lei. O di Vanessa P. che, quando lei si era fatta giustizia da sola rubandone una dal pacchetto di Marge, era corsa subito fuori a fare la spia. Di episodi così ce n'erano tanti, alcuni più gravi ed alcuni più innocenti, ma lei li ricordava tutti. Non perché provasse certo rancore verso Marge M. o Vanessa P. per un motivo così sciocco e avvenuto anni prima, certo che no. Eppure, non riusciva a dimenticare cosa aveva provato allora: sentiva quel preciso sentimento ancora addosso, sotto pelle.
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